“Lira sona sona” su Utriculus
Ringrazio Ciro de Rosa per questa sontuosa recensione su Utriculus (Click su immagini per ingrandire)
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Ἐρημία/ Eremìa… Alfamusic AFMCD251
Disponibile da subito il Cd e in digitale su tutti i supporti e gli store on line! Da giugno su Lp…
Il 4 marzo 2022 uscirà per Alfamusic il mio prossimo album, Eremìa che in greco classico vuol dire Solitudine. È un certo tipo di solitudine, quella della meditazione, dello sguardo interiore. Si tratta di undici canzoni mie, tre testi in greco, otto in vari dialetti calabresi. Il suono è sopratutto acustico ed è il suono mio. Sono compagni d’avventura moltissimi musicisti da ogni angolo di questo incasinato pianeta: Italia, Usa, India, Marocco, Iran.
Nonostante le tante produzioni discografiche a cui ho partecipato, quelle che ho progettato e diretto, questa è la prima volta che esco col mio nome e cognome e con materiale interamente mio.
Ἐρημία/Eremìa è stata la scoperta che mi piace raccontare storie. Undici canzoni che nascono in un momento di acuta solitudine nella quale la musica è diventata rifugio, riflessione, memoria. Ἐρημία/Eremìa racconta in greco, in arabo e, sopratutto, in dialetto, la mia lingua madre. Ma anche Ἐρημία/Eremìa suona. Suona in molte più lingue ancora con la meraviglia acustica di tanti musicisti fratelli.
Eremia nasce come progetto inizialmente solitario. Intendevo costruire un percorso di canzoni su una chitarra di impostazione popolare e sui suoi cicli ritmico melodici. La lingua narrativa si fonda su vari dialetti calabresi e sul greco. Progressivamente, dall’idea less is more, mi sono mosso alla ricerca di altri musicisti con i quali costruire un dialogo su timbri, colori, armonie. Ne è nata una grande quantità di collaborazione con musicisti dai quattro angoli del pianeta che hanno conferito una ricchezza timbrica e di incontro culturale che è raro ritrovare in un solo album.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato nel progetto Eremìa.
Ettore Castagna: voce, chitarra acustica.
Inoltre: chitarra elettrica, chitarra battente, lira e lira basso, tamburello, harmonium, doppio flauto, flauto armonico, grancassa, malarruni, piatti
Abdallah Ajerrar: gwembri
Rashmi V. Bhatt: tabla e percussioni
Nico Canzoniero: chitarra elettrica
Nando Citarella: tammorra muta
Charles Ferris: tromba, trombone
Vajiheh Hadjihosseini: setār
Vahid Hadjihosseini: daf
Lavinia Mancusi: voce
Chiara Mastroianni e Giuseppe Muraca: metitura
Mimmo Mellace: batteria, piatti
Paolo Modugno: bendir, dayereh, daf, dumbek
Mimmo Morello: zampogna a paru
Yiannis Panaiotopoulos: lira palià, oud), politiki lira
Dario Rosciglione: contrabbasso
Fabrizio Salvatore: tastiere
Carmine Torchia: tastiere, voce, chitarra classica, basso elettrico, chitarra elettrica, mandolino
Enzo Tropepe: chitarra elettrica, basso fretless
Salvatore Zambataro: fisarmoniche
Arrangiamento delle fisarmoniche e tastiere: Alessandro Santacaterina
Registrato nel 2021 presso Alfamusic Studio, Roma
Tecnico del suono: Alessandro Guardia
Missato da Ettore Castagna e Alessandro Guardia
Grafica: Luca Andreoni
Foto di copertina: Luca Andreoni
I ritratti di Ettore Castagna sono di Giuseppe Pontari
BOOKING: ITALYSONA 3500901327. info@italysona.com
Sull’antologia “Aterrana – Poesie, racconti, ballate per un antico borgo da salvare”, a cura di Licia Giaquinto, è uscito un mio racconto: “Una storia che finisce male”… magari vi gira l’embolo e ve lo leggete… Nel frattempo ringrazio Licia Giaquinto per avermi coinvolto in questo viaggio
(Cliccare sull’immagine)
Ogni sabato mattina ho una breve pausa al lavoro verso le dieci. Faccio quattro passi nel quartiere e compro un pezzo di focaccia dal panettiere. No, due pezzi focaccia. Uno per me e uno per quell’amico all’angolo. L’amico che sta all’angolo del panettiere è un ragazzo africano che chiede l’elemosina fin dalle sette del mattino. Ci passo davanti ogni giorno a piedi, venendo da casa e lui è lì. Oramai ci conosciamo ma non ci salutiamo. È una specie di patto segreto. Non lo pretendo il saluto. Non pretendo l’ossequio del mendicante. E lui ci tiene al suo orgoglio di uomo. Sì, siamo d’accordo Alì, siamo d’accordo Mamadou, siamo d’accordo Abdel… Non lo so come ti chiami. Però il sabato mattina lui lo sa che quando esco dal panettiere compro due focacce e capisco che se lo aspetta. “Mi da due euro di focaccia, signora? Me la divide in due sacchetti?” Un euro per me e un euro per lui. Esco dalla panetteria, lo guardo e gli dico: “Tieni amico…” Lui tiene gli occhi a terra, si vergogna ma dice “grasi…” Prego amico, prego. La sua mano nera si gira e mostra il palmo bianco. Poi c’è il bianco del pane e il bianco della mia mano. “Grasi… amico…” Ed è così da settembre. Stamatina fuori la panetteria c’era uno nuovo, il giovane mendicante non si vedeva ma io ho chiesto due pezzi di focaccia lo stesso. Quando sono uscito però il nuovo ragazzo dell’angolo non c’era già più. Mi sono trovato solo con due focacce e nessuna voglia di mangiare, inutilmente, il doppio.