Una spiaggia lontana, una terra lontana…

91465038_3381859658510067_5844143767531028480_n copia

Una spiaggia lontana, una terra lontana. Una statua di Madonna sotto un cielo nero. Sopra un mare nero.
Potrebbe essere pure dietro la mia finestra.
Potrebbe.
Dietro la mia finestra silenzio, ogni tanto un’ambulanza. Siamo pur sempre a Bergamo durante la grande epidemia.
Ho lasciato tre stampi di legno di gelso sul balcone a prendere il sole.
Tre stampi per formaggio comprati in Turchia, dentro un mercatino di Smirne.
Il sole li scurisce prima così. Meglio che tenerli in un cassetto. Fra qualche giorno sembreranno antichi.
Poi.
Una spiaggia lontana, una terra lontana. Deve essere Nicotera. A dicembre penso. Quanti anni. Anni.
Tu dove sei?
E tu?
E dove tu, amico mio?
Ognuno col naso schiacciato sul vetro di una finestra a contare pensieri, steli d’erba di quella passeggiata sopra un sentiero di roccia a picco sul Tirreno l’anno scorso, lo scontrino del negozio di strumenti musicali del 1997, venuto fuori da un libro abbandonato e aperto perché oggi ho tempo.
Un libro aperto e un vecchio scontrino a segnalibro che vola in terra.
Una spiaggia lontana, una terra lontana.
Gente sotto una statua di Madonna, sotto un cielo di tempesta.
Anch’io ho sul muro un’icona della Madonna che mi guarda. Ma da sopra un immoto fondo d’oro. Portata dalla Grecia tant’anni fa.
L’icona divide, sopra il muro, strumenti musicali che suono ogni tanto, quando ho tempo.
Due lire di qua, una chitarra dall’altra parte.
Oggi ho tempo e non suono.
Conto invece i minuti, i secondi, le ore, i giorni, le settimane e distinguo nella mente il senso di quel secondo dal senso di quell’altro secondo.
Capisco, allora, che ogni secondo ha il senso suo come fossero petali di ginestra sotto il sole. Da non sciupare.
Da non sciupare anche se la ginestra è di fibra forte. Era indistruttibile un corredo di filato di ginestra… No, Ma’? Non è accussì?
Eh, sì… figghiu, sì.
Una spiaggia lontana, una terra lontana.
Quella Madonna conta. E quella speranza.
Conta il segno, il simbolo, il valore.
Conta varcare l’acqua di una spiaggia come varcare il vetro della finestra con lo sguardo.
Sentendo il fratello di là dal muro. E la ginestra piegarsi e risalire di nuovo sotto il vento.

Foto di Carlo Paone ©

(Grazie Carlo, la foto è meravigliosa)